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ArTOULOUS'Expo 2017
Marzo 2017
B.Zanconato sarà presente alla IX edizione del Salone & Mercato d’Arte Contemporanea ArTOULOUS’Expo 2017 che si terrà a Tolosa dal 17 al 19 marzo con due opere dal titolo “INANIA VERBA” e “KRIYA”.
“INANIA VERBA” (letteralmente parole vuote) tocca il delicato tema della comunicazione interpersonale e del rapporto singolo-società; di quanto risultino vuoti di sostanza tanti termini e concetti che riempiono quotidianamente discorsi pubblici e spazi dei media. Uguaglianza, democrazia, libertà, giustizia, rispetto, coerenza, valore, amore, amicizia, privacy, scienza sono i termini che campeggiano in questa opera di B.Zanconato, insieme ad un’ulteriore parola: nonsense. Si tratta, a parte quest’ultimo, di concetti e vocaboli di uso comune, quotidiano, per i quali può apparire del tutto superflua una loro definizione vista la frequenza d’impiego. Sono idee il cui accostamento potrebbe sembrare forzato: cosa lega infatti democrazia e amore, giustizia e scienza, oppure amicizia e privacy?  
Il primo Wittgenstein certamente non avrebbe dubbi nell’indicare la propria interpretazione dell’opera dell’artista trovando nel “nonsense” la chiave di lettura unificante: “democrazia, libertà, rispetto, amore, amicizia, … non sono” – direbbe il filosofo austriaco – “proposizioni elementari che traducono degli elementi oggettivi in linguaggio: non significano fatti, di conseguenza sono dei non-sensi”. Forse, in età più matura lo stesso Wittgenstein, che nel frattempo si era convinto che il significato del linguaggio non è solo quello di dare una rappresentazione verbale dell’oggettività delle cose ma è, soprattutto, il suo modo di impiego a definirne il senso che varia a seconda delle circostanze e dalle intenzioni dell’oratore, sfumerebbe la propria interpretazione mettendo in risalto che questi concetti si riducono a “giochi linguistici” che, a seconda delle circostanze vengono messi in atto in modo più o meno inconsapevole e che sono passibili di infinite interpretazioni. E anche in questo potrebbe stare il non-sense: possono significare tutto ed il contrario di tutto, e forse nulla.
Queste ipotesi, peraltro suggestive, non tengono in conto, però, della specificità dell’artista e della sua particolare visione del fare arte. Con i suoi riferimenti simbolici, B.Zanconato ci ha abituato ad un diverso modo di leggere le sue opere: il suo intento, infatti, non è solo quello di farci soffermare e riflettere su temi ed abitudini radicate ma anche quello di proporre nuove suggestioni e nuovi collegamenti a livelli diversi. In questa prospettiva, è possibile che il punto di partenza interpretativo di “INANIA VERBA” sia costituito dal non-sense wittgensteiniano, che poi traduce in termini filosofici l’evidenza quotidiana della distanza tra l’enunciato di questi concetti e la loro realizzazione compiuta.  
Ma questo non esaurisce l’intento dell’artista.  
Infatti il modo con cui ogni termine è rappresentato, un segno grafico ben riconoscibile che diviene quasi un brand, sembra presagire che, così come i marchi di certi prodotti ne qualificano la qualità se non la stessa identità, senza bisogno di ulteriori indicazioni, altrettanto questi termini oggi così brandizzati, sono utilizzati come slogan pubblicitari, senza bisogno di ulteriori approfondimenti e rimandi: sono da prendere “a scatola chiusa”.  
B.Zanconato, con questa opera evidenzia che il gioco linguistico si è fatto marchio, brand, cioè è diventato, per chi lo enuncia, un luogo comune, uno stereotipo, un simbolo moderno e come tale da non analizzare e sottoporre ad approfondimenti. E questo è il sottinteso elemento unificante tra i vari termini e quindi il sottile filo rosso che li lega nelle intenzioni dell’artista: cioè la messa in evidenza di un linguaggio e di valori usa e getta, che mirano all’impatto mediatico e all’estetica dell’esposizione oratoria, spesso sterile involucro del nulla (non-sense), per celare altro. 

Non c’è bisogno di fare esempi di utilizzo strumentale se non propagandistico di questi concetti: ognuno di noi, quotidianamente lo sperimenta  di  fronte ai  rituali della politica  e dei media...   e forse molti di noi lo hanno vissuto anche nei rapporti personali più stretti a proposito di amicizia, amore, rispetto e coerenza.  

Ed è proprio questa la domanda che pone B.Zanconato con “INANIA VERBA”: questi concetti, questi valori sono davvero vuoti, privi di significato, dei non-sensi? Dobbiamo, quindi, rassegnarci a considerarli tali?  
Attraverso questo sapiente processo simbolico l’artista arriva al suo vero scopo che è quello di innescare nel suo pubblico una riflessione personale. Una volta smascherato, infatti, il “gioco linguistico” di questi inania verba di utilizzo collettivo, per un gioco di riflessi psicologico, lo spettatore viene quasi accompagnato a dare una propria risposta personale alla stessa domanda e quindi a porsi la questione del senso che ognuno di noi dà a questi valori. Ed è in questo sottile processo maieutico che si estrinseca l’originale visione del fare arte di B.Zanconato: che non è quella di dare risposte (perché “ognuno deve dare la propria” direbbe l’artista) ma far scoprire direttamente che non esiste un significato intrinseco e univoco di questi concetti e che è ognuno di noi a riempirne di senso la personale interpretazione per poi farne motore attivo del proprio comportamento.  
E questo a partire dai valori più intimi quali quelli di amore, amicizia, rispetto per poi arrivare a valori in cui il singolo si confronta con la società quali quelli di uguaglianza, libertà, democrazia, giustizia, meritocrazia, privacy… 

Inoltre, questo spiega la scelta della seconda opera che B.Zanconato ha deciso di presentare a ArToulous’Expo2017: una scultura (o meglio un "metallic collage" come lei definisce questa sua originale tecnica con la quale è stata realizzata l’opera) dal titolo “KRIYA”. Kriya è un termine sanscrito (
क्रिया) che sta ad indicare il momento in cui si acquisisce quella consapevolezza a seguito della quale si è pronti a passare all’azione oppure a dare manifestazione di questa nuova condizione (“come quando un seme produce un germoglio, un pensiero diventa realtà”). 
In altri termini kriya rappresenta il momento in cui si innesca quella specie di salto quantico che determina l’azione, la trasformazione e che a livello personale potremmo vedere come l’instaurarsi di una consapevolezza che poi è pronta a sfociare in cambiamento. E l’associazione proposta dall’autrice di “KRIYA” con “INANIA VERBA” ne indirizza l’interpretazione come una sorta di consapevolezza di se stessi, di ciò che si è e che si sente intimamente, come una specie di scoperta e poi affermazione della propria indole e della propria natura.

Tra l’altro, non è un caso che l’originale tecnica utilizzata assume i connotati di un graffito, cioè del marchio distintivo, della firma che caratterizza ogni singolo artista dei muri metropolitani, e che altro non è se non un’affermazione di se stesso nell’intricata giungla urbana. D’altronde kriya, la consapevolezza piena di se stessi nel mondo moderno, si rispecchia perfettamente nel gesto di ribellione del writer, nella sua necessità di affermare la propria identità nel grigio anonimato cittadino. Allo stesso modo, la ricerca di un proprio personale senso delle cose è esattamente l’affermazione del nostro essere, della nostra irripetibile individualità, rispetto al vuoto conformismo dei luoghi comuni e degli inania verba.

Alla luce di questo, possiamo apprezzare la logica che ha condotto B.Zanconato alla scelta delle sue opere in mostra a ArToulous’Expo 2017, che dialogano e si completano l’un l’altra.  
Se, da una parte, “INANIA VERBA” è un invito a sottoporre ad analisi critica le parole vuote di cui fanno uso strumentale politica, media, marketing e quant’altro e, di conseguenza, rappresenta un invito a sondare in noi stessi alla ricerca di un nostro significato, della nostra interpretazione personale di questi concetti che rispecchi a pieno il nostro essere, dall’altra “KRIYA” diviene una specie di incoraggiamento ad avere fiducia e consapevolezza di noi stessi, del nostro valore, che ci porti a formulare un nostro pensiero, una nostra interpretazione che poi diventi azione e modo di agire coerente.  
Nel contempo, “KRIYA”, il salto quantico e di prospettiva che porta alla consapevolezza di ciò che siamo e di ciò in cui veramente crediamo, diviene la forza motrice che, per ognuno di noi, può riempire di un nostro significato vero e profondo le tante “INANIA VERBA” che quotidianamente ci vengono passate come involucri vuoti. 
La scelta operata dall’artista si rivela essere dunque, un intrigante gioco di rimandi e riflessi circolari per cui “INANIA VERBA” diviene l’occasione per “KRIYA” e, così, “KRIYA”, la nostra consapevolezza, diviene un elemento fondamentale perché gli “INANIA VERBA”, almeno per noi, non siano più tali. 

                                                                                                                                                                                                      Andrea Fallini
                                                                                                                                                                                                                

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