A volte la vita ci fa incontrare persone che sanno andare al di là, che sanno alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti, che hanno capacità ed energie per aprire strade inesplorate.
Una di queste è Barbara Zanconato.
Per chi la conosce sa che dipinge nelle più diverse tecniche da quando è riuscita a reggere in mano un pennello. Non è importante per lei aver frequentato una delle più prestigiose scuole d’arte, comunicazione e design d’Italia (ndr. l’Istituto Europeo di Design di Milano); aver illustrato per alcuni anni le copertine di Topolino alla Walt Disney Italia; aver partecipato seminari e corsi con alcuni grandi illustratori ed artisti contemporanei.
L’arte, nella comune accezione, non le è mai bastata: non si è mai riconosciuta a pieno, infatti, nell’arte informale e del disimpegno così come le sono risultati stretti, troppo stretti, i codificati canoni disneyani.
Inoltre, non ha mai potuto accettare certi sviluppi, forse estremi, dell’arte contemporanea in cui il mestiere dell’artista è divenuto sempre più quello di "vendere la propria arte anziché basarlo sulla capacità di farla" (cit J. Koons).
In questa discussione sul significato e sullo scopo dell’arte Barbara Zanconato propone da diversi anni una sua personale ed originale interpretazione: il senso dell’arte per lei è terapeutico, quello di un vero e proprio farmaco in grado di aiutare a risolvere il problema fondamentale dell’uomo moderno che è il continuo e progressivo distacco dalla sua parte più intima, più profonda, più emotiva: la sua anima.
Il suo bagaglio culturale (essendo lei al contempo anche farmacista) infatti le ha consentito di vedere in modo pratico (oltre che critico) il fallimento del modello, ancora largamente diffuso anzi dominante, che ci vede come macchine biochimiche da mantenere in equilibrio mediante l’assunzione di pillole, sciroppi ed integratori di vario tipo. Come ha già indicato in alcune opere del 2010, stiamo sempre più trascurando il fatto di avere un’anima con le sue aspirazioni e le sue esigenze.
Così, quando l’anima ci parla, attraverso sensazioni e stati d’animo, avendo perso l’abitudine di ascoltarla, spesso, ci sembra (o preferiamo pensare) di cadere sotto l’effetto di una malattia e ne cerchiamo una cura, una medicina.... purtroppo sempre e solo biochimica.
Barbara Zanconato ha da tempo convinto molti di noi che l’arte può essere un mezzo potentissimo per poter scendere nel profondo di noi stessi, riavvicinarci alla nostra anima e prendercene cura. In questo modo ci riporta in comunione non solo con noi stessi ma anche col mondo che ci circonda, facendoci scoprire l’anima anche nelle cose più semplici, nella natura, negli altri.
Durante questo percorso, inoltre - e forse questa è un’altra fondamentale parte della sua arte personale - Lei sa tirar fuori il meglio di noi stessi facendoci intravedere nuove possibilità e insegnandoci a considerare in modo diverso le nostre potenzialità.
E questo lo fa anche con cose ed oggetti dimenticati, destinati alla pattumiera, ridando loro una seconda opportunità ed una vita nuova.
Questo è ciò che trasmette con la sua opera: un invito a vedere le cose in modo nuovo per scoprire sempre nuove possibilità ed opportunità, allargare gli orizzonti ed aprirsi a mondi, esperienze e sensazioni sempre diversi...
... come in un voyage.